Non tutti conoscono la storia di questo interessante veicolo, la prima auto elettrica a batteria realizzata dalla General Motors negli States: la General Motors EV1, ricordata dagli appassionati come la prima vettura dotata del logo GM sul cofano, nella lunga storia del gruppo GM.
Purtroppo, ponendo fine così a una innovativa scelta tecnologica, l'EV1 venne inaspettatamente ritirata dal mercato, senza avere alcuno sviluppo successivo, non dopo essere diventata uno status symbol ecologista da parte di personalità politiche e dello spettacolo. Si innescarono malumori e polemiche nel mondo non solo ecologista, e il progetto E1 ricevette ancora più visibilità giungendo ad essere esso stesso il protagonista di un documentario film-tv, diventato quasi subito un cult, intitolato "Who Killed the Electric Car?", ovvero "Chi ha ucciso l'automobile elettrica?"
Del tutto interessanti anche le prestazioni della EV1: era agevole raggiungere i 100 km orari in soli 8 secondi. Velocità massima limitata elettronicamente ai canonici 130 km orari, ma si favoleggia che il progetto - e l'aerodinamica - della EV1 avrebbero permesso una velocità teorica di 300 km orari (!) ovviamente modificando rapporto e centralina.
La "postazione di ricarica" aveva dimensioni di 46x61x152 cm e la forma ricordava una pompa di benzina. La ricarica era predisposta con un collegamento induttivo, si operava collegando un connettore di plastica nell'apposita presa sul muso della vettura. Il processo di ricarica era sicuro ed efficiente.
Sui mass media del tempo si è molto rumoreggiato, insinuando che il progetto EV1 in realtà sia nato fin dal principio per fallire, sfruttato solo per provare a dimostrare che l'auto elettrica non è un'alternativa di mobilità sostenibile praticabile. Chi propone questa teoria cita come prove l'inadeguata campagna di marketing e la fornitura di vetture volutamente mantenuta al di sotto delle richieste.
venerdì 15 gennaio 2010
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Post come questi mi fanno venire i nervi a fior di pelle. Questo era un signor prodotto, ed è stato ammazzato! Ci hanno fatto anche un documentario...
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